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mercoledì 8 luglio 2015

Recensione: "Il Racconto dei Racconti" (Tale of Tales) di Matteo Garrone




Scheda del film:

Lingua: inglese
Paese di produzione: Italia, Regno Unito, Francia
Anno: 2015
Durata: 125 min
Genere: fantastico-drammatico
Regia: Matteo Garrone
Soggetto: Gianbattista Basile
Sceneggiatura: Matteo Garrone, Edoardo Albinati, Ugo Cinti
Massimo Gaudioso
Produttore: Matteo Garrone
Montaggio: Marco Spoletini


Per iniziare, ecco il Trailer del film :D



Spiegazione:

Una storia tutta italiana quella che Matteo Garrone ha deciso di portare sul grande schermo.
Eh già, perché "Tale of Tales", dal nome e dal cast (parzialmente) statunitense, trova le sue origini nella Napoli del XVII secolo tra le pagine de "Lo cunto de li cunti" di Giambattista Basile.

"Lo cunto de li cunti ovvero lo trattenimento de peccerille" è anche conosciuto come Pentamerone, esso è infatti costituito da 50 fiabe raccontate da 10 novellatrici in 5 giorni.
L'opera ha le caratteristiche della novella medievale, ma subisce l'influenza delle fiabe e delle storie popolari.

La cornice è ispirata (solo nella struttura) a quella del Decameron di Boccaccio, e narra la storia della principessa Lucrezia soprannominata Zoza.
La principessa, affetta da malinconia, non riesce più a ridere finché un giorno vede una vecchia cadere. 





La vecchia, offesa dalle risate della giovane Zoza, la maledice decidendo che la principessa si potrà sposare solo con Taddeo, un principe che giace addormentato in un spolcro e che si sveglierà soltanto se una fanciulla riuscirà a riempire di lacrime un'anfora in soli tre giorni.




Quando la principessa è sul punto di riuscire nella sua impresa però. si addormenta per la stanchezza ed una schiava termina il lavoro e si fa sposare.




Scoperto l'inganno, Zoza decide di vendicarsi e inocula nella schiava la passione per i racconti, dopodiché ordina a dieci orribili vecchie di raccontare una storia ciascuna al giorno, per cinque giorni (tra questi troviamo le prime versioni delle fiabe più famose come "la gatta cenerentola").
L'ultimo giorno però la principessa si sostituisce all'ultima vecchia e racconta la sua storia, il principe Taddeo scopre l'inganno, uccide la schiava e sposa Zoza.




Tornando a Garrone....
Queste novelle sono un soggetto insolito per il regista italiano; infatti sin dagli inizi della sua carriera Matteo Garrone è affascinato dai fatti di cronaca nera che utilizza nei suoi film per rappresentare la realtà. 
Proprio per questo viene scelto per girare "Gomorra" (tratto dall'omonimo romanzo di Roberto Saviano).

Ora però eccolo qui, con un film fantasy che più fantasy non si può. Matteo Garrone ha gettato  la cronaca nera nel cestino dei suoi pensieri, e con il massimo delle sue potenzialità, cerca di farci vivere una favola moderna.
Eppure sono riuscita a trovare delle congruenze con i suoi precedenti lavori:





Infatti il regista ha continuato ad utilizzare ambientazioni reali, preferendole a quelle computerizzate (per quanto possibile) e ha fatto uso di attori non professionisti (anche se in maniera ridotta) per rendere il tutto più "naturale" possibile; Addio attori professionisti, addio paesaggi arificiali ...benvenuto mondo reale (o quasi).


Recensione:

Il film è composto da tre diversi episodi: "La regina", "La pulce" e "Le due vecchie" che si intrecciano tra loro formando una storia unica. 
Le riprese sono state effettuate in quattro mesi e si sono svolte interamente in Italia, più precisamente: nel Lazio, in Campania, in Toscana, in Puglia, in Sicilia e in Abruzzo.



Il film ha subito riscosso grande successo portando a casa già numerosi riconoscimenti.


Garrone ha piú volte affermato di aver preso ispirazione da "Game of Thrones" (e già per questo dovreste smettere di fare qualsiasi cosa stiate facendo e correre al cinema) per la cruditá dei personaggi.






In oltre si nota lo stile del cinema indipendente italiano degli anni '60/'70, la nostra "epoca d'oro" del cinema

Un buon motivo per vedere questo film è che una volta iniziato si resta incollati allo schermo per due motivi:

1) ANSIA, tutte le storie ti tengono con il fiato sospeso, e proprio quando ti aspetti di vedere una cosa, un colpo (una fucilata quasi) di scena cambia ogni tua aspettativa.

2) SCENOGRAFIA, i luoghi, le inquadrature e i costumi dei personaggi ti tengono incollato allo schermo come una calamita, sono talmente belli che è impossibile distogliere lo sguardo.




Un altro motivo sono i temi affrontati, come "lo cunto de li cunti", anche i racconti del film nascondono (in bella vista) parabole sul comportamento umano.
In particolare ho notato che i protagonisti sono divorati dalla brama di possesso (che sia affettivo, materiale o sessuale) e accecati dalle loro debolezze: le loro ambizioni.

Detto questo, non vorrei anticiparvi nient'altro, quindi...
buona visione !

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