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venerdì 25 settembre 2015

Recensione film: Shrek 2





Scheda film:

Titolo Originale: Shrek 2
Regia: A. Adamson, K. Asbury, C. Vernon
Paese di produzione: USA
Casa di produzione: Dreamworks
Anno: 2004
Genere: Animazione, favola
Durata: 92 min.


Recensione:

In molti conosceranno questa storia fantasiosa e divertente.
Continuo di Shrek, la vicenda narra delle avventure che i due novelli spos-orchi vivono arrivati a "Far far away", una specie di Hollywood delle fiabe.

Eh si, perché la storia di Fiona non doveva andare così, la fanciulla infatti, avrebbe dovuto sposare il bel principe Azzurro (arrivato troppo tardi a salvarla) e vivere per sempre felice e contenta.



Così suo padre e la Fata Madrina (madre di Azzurro), iniziano ad organizzarsi per mettere a punto i loro scopi.

Re Harnold assume un sicario per uccidere Shrek, ma quest'ultimo (il gatto con gli stivali) si allea con l'orco e lo aiuta a rubare una pozione molto speciale.





Questa pozione infatti, dona un aspetto bellissimo a chi la beve e al suo amore, infatti sia Shrek che Fiona si trasformano (anche Ciuchino la beve, e diventa uno stallone bianco).


La fata turchina decide di sfruttare la situazione a proprio vantaggio, e fa credere a Fiona, che Azzurro sia Shrek trasformato.
Dopodiché consegna al Re un'ampolla contenente una pozione d'amore, che farà innamorare Fiona del primo uomo che bacerà.

Shrek riesce ad arrivare al ballo per impedire il bacio tra Azzurro e la moglie, ma la Fata Madrina, intima ad Azzurro di baciare Fiona. La ragazza recita per un attimo, ma non le è successo nulla, e mette fuori gioco Azzurro.

La fata madrina per vendicarsi, cerca di colpire Shrek, ma la magia rimbalza contro l'armatura del re e si rivolge contro la fata, che muore.




Re Harold, però, si è trasformato in un ranocchio, come era anni addietro, prima che la fata lo trasformasse per conquistare Lillian.

Giunta la mezzanotte, Shrek chiede a Fiona di baciarlo per rendere la magia permanente, ma lei rifiuta: vuole che suo marito sia sè stesso.

Commento:

Come il suo predecessore, Shrek 2 è un film d'animazione molto attento a tematiche quali il divario tra aspetto esteriore e essere interiore, lo sfatare stereotipi e, naturalmente, i finali alternativi.

Iniziamo dalla parte più ovvia, ovvero il divario tra aspetto esteriore e essere. Si nota subito la differenza tra Shrek e Azzurro, il primo un orco spaventoso ma intelligente e amorevole (anche se un po' brusco), il secondo un principe sciocco e falso interessato troppo al suo aspeto e troppo poco al suo carattere.



In oltre salta subito all'occhio l'uccisione degli stereotipi, Shrek e Fiona sono Orchi.
Non c'è molto altro da dire, è un modello che io trovo meraviglioso. Quando le ragazzine guarderanno questo film, non vorranno avere la vita sottile di Cenerentola, ma la forza e il carattere di Fiona.



Per ultimo, ma non meno importante, trovo incredibilmente fantastico il modo in cui il lieto fine viene impostato. Sì, tutti vivono felici e contenti in un mondo di favole e magia, ma è un mondo diverso, nel quale il lupo e i porcellini sono amici, e il mostro è l'eroe.





Shawy <3

domenica 30 agosto 2015

Recensione cartone animato: "Coraline e la porta magica"





Titolo originale: Coraline
Lingua originale: Inglese
Anno di produzione: 2009
Paese di produzione: U.S.A
Durata: 100min
Genere: Fantasy, Horror, Dark Fantasy
Regia: Henry Selick



 Recensione:


Coraline e la porta magica è un film d'animazione in stop-motion del 2009.
 Il film è basato sul racconto Coraline, scritto da Neil Gaiman, pubblicato in Italia dalla Arnoldo Mondadori Editore nel 2002.
Il film d'animazione è incentrato sulla storia di  Coraline, una ragazzina che si è appena trasferita in una grande casa isolata di circa 150 anni sperduta tra le colline con i suoi genitori
 (scrittori di libri botanici), che sono molto occupati per il trasloco e con il loro lavoro e per questo non frequentano quasi mai la bambina.
Coraline  esplora i dintorni della sua nuova casa e ha il tempo di conoscere i suoi bizzarri coinquilini che sono due eccentriche anziane attrici teatrali ormai in pensione di nome Mrs. 
April Spink e Mrs. Miriam Forcible, e uno stravagante e anch'egli eccentrico artista di nome Bobinski che dice di possedere un circo di topi ballerini.







 Inoltre Coraline conosce anche Wybie, uno strano ragazzino all'incirca della sua età abitante in una casa un po' distante dalla sua che se ne va sempre in giro con un gatto nero e la cui nonna con la quale vive è la proprietaria degli appartamenti dove vivono Coraline e i suoi vicini.
 La nonna di Wybie aveva una sorella, scomparsa ancora bambina, e ha proibito al nipote di entrare in quella casa per qualche particolare motivo che però il ragazzo preferisce non rivelare. 
Lo stesso Wybie, un giorno, regala a Coraline una strana bambola somigliante a Coraline stessa, dicendole di averla trovata nel baule della nonna. 
Un giorno, esplorando l'appartamento, Coraline scopre una porticina murata e ricoperta dalla carta da parati che fa aprire a sua madre. 





Non appena ha visto che è murata non le dà troppo conto, ma la notte seguente i mattoni svaniscono e dei topolini attirano la bambina attraverso la porta: 
dopo aver attraversato un tunnel, Coraline si ritrova in una casa in tutto e per tutto uguale alla sua, ma più bella e colorata. Ben presto conosce due persone identiche ai suoi genitori, 
ma che al contrario di essi la riempiono di attenzioni.







 Dopo essere andata a letto Coraline, la mattina dopo quando si sveglia si ritrova nella sua vera dimensione, come se avesse fatto un sogno.
 La notte stessa Coraline ritorna nell'altra dimensione.







Una sera come tante, l'altra madre propone a Coraline di restare per sempre lì con lei: Coraline è entusiasta all'idea di restare nell'altra dimensione, ma l'altra madre le rivela che se vorrà restare dovrà però farsi cucire anche lei dei bottoni sugli occhi. 
La ragazzina rifiuta e comincia a pensare di fuggire. 
SPOILER Di lì a poco incontra il gatto di Wybie, che nell'altra dimensione sa parlare e le rivela la verità: l'altra madre vuole qualcuno da amare e vuole rapire Coraline dal mondo reale. 
La ragazzina prova a scappare, ma viene scoperta dall'altra madre che dopo aver assunto in parte le sue vere sembianze ossia una orribile megera alta e scheletrica simile
A Crudelia De Mon





 (al completo è un ragno meccanico), la rinchiude in uno specchio: qui scopre i fantasmi di tre bambini, che le rivelano tutto. 
L'altra madre è un malvagio essere che si nutre dell'anima dei bambini: li attira viziandoli, per poi cucirgli dei bottoni sugli occhi e succhiargli la vita.
 I bambini le rivelano che la dimensione parallela altro non è che un mondo distorto, creato dalla "donna-ragno", la quale spia i bambini dagli occhi della bambola per capire cosa non va nella loro vita e per creare un mondo secondo i loro desideri. 






Tutte le altre persone presenti nella dimensione distorta, "altro padre" compreso, altro non sono che mostri, pupazzi, marionette create ad hoc, che le ubbidiscono ma sembrano avere una volontà propria.
SPOILER Tuttavia, qui si accorge che i suoi genitori sono spariti. 
Quella notte il gatto di Wybie le fa capire che sono stati rapiti dall'altra madre per attirare di nuovo Coraline da lei. 
SPOILER La bambina si fa coraggio e l'affronta per liberare i propri genitori, proponendole di fare un gioco: se riuscirà a trovare gli occhi dei bambini fantasma e i suoi genitori potranno andarsene via tutti, in caso contrario resterà per sempre con la strega.
 Con l'aiuto di un amuleto donatole da Mrs. Spink e Mrs. Forcible




, Coraline riesce a trovare gli occhi dei bambini e, per pura fortuna, riesce a trovare anche i genitori rinchiusi in una piccola boccia di cristallo. 
SPOILER Tuttavia, non è ancora finita: la mano del mostro è viva e segue Coraline per rubarle la chiave della porta e riportarla alla sua padrona. 
Coraline, con l'aiuto di Wybie, riesce a distruggere la mano e a gettare i suoi pezzi, insieme alla chiave, in un pozzo profondissimo.
Come andrà a finire?...lo lascio scoprire a voi! :) 


Commento e curiosità:



Nonostante abbia apportato alcune modifiche alla storia e ai personaggi, il regista ha tenuto a sottolineare di aver mantenuto il più possibile i toni gotico/fiabeschi del racconto.

Nella versione originale alcuni personaggi si riferiscono all'Altra Madre con il termine Beldam, che in inglese è un termine arcaico per indicare un demone femmina o una strega, dando quindi al personaggio una precisa identità. Nella versione italiana il termine è stato tradotto con un generico "megera", che fa perdere gran parte del senso voluto dall'autore del racconto da cui il film è tratto.
Una differenza importante trail film e il libro è che:
Nel film Coraline viaggia quattro volte nell'Altro Mondo. 
Nel libro solamente due, una allegra e una terrificante;
 ed inoltre Il giardino incantato non c'è nel libro.
Il primo occhio è nel baule della camera di Coraline nell'altro mondo 
e l'Altro Padre non affoga nel laghetto del giardino,
 viene rinchiuso in una cantina dall'Altra Madre.

Spero vi sia piaciuto :) ecco per voi il trailer del cartone animato.



domenica 23 agosto 2015

Recensione film: Ti va di ballare? (Take the lead)



Scheda Film:

Regia: Liz Fiendlander
Titolo Originale: Take the Lead
Paese di produzione: USA 
Emittente: New Line Cinema
Emittente ita: Eagle Pictures
Anno: 2006
Genere: Sentimentale, romantico, drammatico
Lingua originale: Inglese
Durata: 108 min.


Recensione:

Ispirato alla vera storia di Pierre Dulaine, un danzatore di Manhattan, che si è dedicato ad insegnare danza ad un eterogeneo gruppo di ragazzi di liceo che hanno avuto problemi con la giustizia. 




L'affascinante Pierre Dulaine (Antonio Banderas), famoso ballerino e insegnante di ballo da sala, decide (dopo aver assistito ad un reato) di iniziare un corso di ballo da sala per i ragazzi con più problematiche.

Gli studenti sono inizialmente molto scettici nei confronti di Dulaine, specialmente quando apprendono che l'uomo intende insegnare loro a ballare; gradualmente però, vengono contagiati dall'entusiasmo e dall'impegno di Pierre e si spingono addirittura oltre ogni aspettativa, mescolando lo stile classico di Dulaine con le più moderne tendenze hip-hop, riuscendo a creare un genere molto energizzante e particolarissimo. 




Dulaine diventa una sorta di guida per questi ragazzi che spesso non hanno avuto grandi esempi a cui ispirarsi nella loro vita, e li incoraggia a prendere parte a una prestigiosa gara da ballo di New York, per mostrare a tutti e soprattutto a se stessi quel che hanno appreso. 
Dal canto loro gli studenti impartiranno a Dulaine preziose lezioni morali in cui emergono valori importanti quali l'orgoglio, il rispetto e l'onore.




Commento:

Una delle storie più originali che io abbia mai visto. Come si suol dire, a volte la realtà supera la fantasia.
Sapere che esistono persone come Pierre Dulaine che aiutano i meno fortunati e coloro che hanno perso le speranze ti fa riguadagnare fiducia nell'umanità.

Ci sono un paio di storie su cui il film si sofferma, in particolare quella di Larhette (Yaya Dacosta) Rock (Rob Brown). Questi due ragazzi si odiano, e anche per dei buoni motivi, ma grazie a Dulaine finiranno per andare d'accordo e trovare l'ammmmore.





La storia che ho preferito è stata quella di Sasha (Jenna Dewan), che tra due ragazzi, sceglie la danza, e non dico altro.




Tra le  tante altre vicende, scelgo di parlare di Pierre Dulaine e della sua campagna "educativa" la sua galanteria e le sue maniere da galanuomo che tenta di trasmettere ai ragazzi, insieme ad un po' di buon senso e di .... rispetto relativo della legge




Pierre però, non solo insegna, ma a sua vota impara dai ragazzi, dall'hip-hop al carpe diem, fino al coraggio.



Molti di voi lo conosceranno, ma per chi non l'avesse mai sentito ecco qui il trailer ;D



Inutile parlare dell'odio che provo per la traduzioni del titolo in italiano, Take the lead letteralmente significa "prendere il comando" nel linguaggio del ballo da sala significa guidare il parthner, ma può anche avere un doppio senso sottinteso: i ragazzi infatti "prendono il comando" della propria vita.

Shawy <3


giovedì 16 luglio 2015

Recensione: Pitch Perfect



Scheda film:

Paese di produzione: USA
Emittente: Universal Pictures
Regia: Jason Moore
Anno: 2012
Genere: Commedia, Musical, Sentimentale
Durata: 112 min.
Lingua originale: Inglese

Recensione:

Uscito in Italia, per la prima volta con il titolo "Voices", "Pitch Perfect" narra la storia di un gruppo studentesco femminile che pratica il canto a cappella.
Il gruppo ha toccato il fondo quando Aubrey (Anna Camp) vomita durante la gara finale. 
L'anno successivo i membri anziani si sono laureati e di tutta la squadra sono rimaste soltanto Aubrey e  Chloe (Brittany Snow). 
Nessuno ha il fegato di segnarsi a un club tanto "sfigato", così le due ragazze sono costrette a far entrare chiunque...



Ma tra tanti, Chloe ha chiesto a Beca (Anna Kendrick), di fare il provino, visto che nessuno l'accetterebbe a questo punto dell'anno.
Beca costretta dal padre a frequentare l'Università invece che produrre musica accetta e...



Alla fine nasce un rapporto speciale tra le ragazze (così diverse tra loro) che le porerà alla vittoria e al riscatto.

Naturalmente che Musical alla Glee sarebbe senza l'ammmmmmmmmmmmmore?
Infatti la fredda Beca scoprirà che avvicinarsi a qualcuno richiede molto impegno.





Commento:

Quando ho iniziato a guardare il film ho subito pensato "ecco qui una copia di Glee", sono rimasta molto colpita invece dalle tematiche inusuali (diverse da quelle di Glee) mascherate dalle solite storielle commerciali.




I personaggi svitati, pazzi, particolari e "diversi" forse sì, sono stati un po' copiacchiati da Glee, ma il contesto in cui sono stati messi li ha fatti evolvere in maniere del tutto impreviste.
Un esempio di questo è l'amatissima Ciccia Amy (Rebel Winson) che si da da sola questo nome per non permettere agli altri di offenderla.




Un altro aspetto copiato da film (in questo caso direi "Step Up" e affini) è il Riff Off, una gara "clandestina" tra i gruppi dell'università. Ma ancora una volta il regista Jason Moore ci mette quella cosina originale che non ti fa odiare la scena.





E per finire bisogna ammettere che l'evoluzione di Beca è adorabile, da fredda ragazza interessata solo alla sua carriera, diventa un'amica responsabile e una persona capace di amare.



mercoledì 8 luglio 2015

Recensione: "Il Racconto dei Racconti" (Tale of Tales) di Matteo Garrone




Scheda del film:

Lingua: inglese
Paese di produzione: Italia, Regno Unito, Francia
Anno: 2015
Durata: 125 min
Genere: fantastico-drammatico
Regia: Matteo Garrone
Soggetto: Gianbattista Basile
Sceneggiatura: Matteo Garrone, Edoardo Albinati, Ugo Cinti
Massimo Gaudioso
Produttore: Matteo Garrone
Montaggio: Marco Spoletini


Per iniziare, ecco il Trailer del film :D



Spiegazione:

Una storia tutta italiana quella che Matteo Garrone ha deciso di portare sul grande schermo.
Eh già, perché "Tale of Tales", dal nome e dal cast (parzialmente) statunitense, trova le sue origini nella Napoli del XVII secolo tra le pagine de "Lo cunto de li cunti" di Giambattista Basile.

"Lo cunto de li cunti ovvero lo trattenimento de peccerille" è anche conosciuto come Pentamerone, esso è infatti costituito da 50 fiabe raccontate da 10 novellatrici in 5 giorni.
L'opera ha le caratteristiche della novella medievale, ma subisce l'influenza delle fiabe e delle storie popolari.

La cornice è ispirata (solo nella struttura) a quella del Decameron di Boccaccio, e narra la storia della principessa Lucrezia soprannominata Zoza.
La principessa, affetta da malinconia, non riesce più a ridere finché un giorno vede una vecchia cadere. 





La vecchia, offesa dalle risate della giovane Zoza, la maledice decidendo che la principessa si potrà sposare solo con Taddeo, un principe che giace addormentato in un spolcro e che si sveglierà soltanto se una fanciulla riuscirà a riempire di lacrime un'anfora in soli tre giorni.




Quando la principessa è sul punto di riuscire nella sua impresa però. si addormenta per la stanchezza ed una schiava termina il lavoro e si fa sposare.




Scoperto l'inganno, Zoza decide di vendicarsi e inocula nella schiava la passione per i racconti, dopodiché ordina a dieci orribili vecchie di raccontare una storia ciascuna al giorno, per cinque giorni (tra questi troviamo le prime versioni delle fiabe più famose come "la gatta cenerentola").
L'ultimo giorno però la principessa si sostituisce all'ultima vecchia e racconta la sua storia, il principe Taddeo scopre l'inganno, uccide la schiava e sposa Zoza.




Tornando a Garrone....
Queste novelle sono un soggetto insolito per il regista italiano; infatti sin dagli inizi della sua carriera Matteo Garrone è affascinato dai fatti di cronaca nera che utilizza nei suoi film per rappresentare la realtà. 
Proprio per questo viene scelto per girare "Gomorra" (tratto dall'omonimo romanzo di Roberto Saviano).

Ora però eccolo qui, con un film fantasy che più fantasy non si può. Matteo Garrone ha gettato  la cronaca nera nel cestino dei suoi pensieri, e con il massimo delle sue potenzialità, cerca di farci vivere una favola moderna.
Eppure sono riuscita a trovare delle congruenze con i suoi precedenti lavori:





Infatti il regista ha continuato ad utilizzare ambientazioni reali, preferendole a quelle computerizzate (per quanto possibile) e ha fatto uso di attori non professionisti (anche se in maniera ridotta) per rendere il tutto più "naturale" possibile; Addio attori professionisti, addio paesaggi arificiali ...benvenuto mondo reale (o quasi).


Recensione:

Il film è composto da tre diversi episodi: "La regina", "La pulce" e "Le due vecchie" che si intrecciano tra loro formando una storia unica. 
Le riprese sono state effettuate in quattro mesi e si sono svolte interamente in Italia, più precisamente: nel Lazio, in Campania, in Toscana, in Puglia, in Sicilia e in Abruzzo.



Il film ha subito riscosso grande successo portando a casa già numerosi riconoscimenti.


Garrone ha piú volte affermato di aver preso ispirazione da "Game of Thrones" (e già per questo dovreste smettere di fare qualsiasi cosa stiate facendo e correre al cinema) per la cruditá dei personaggi.






In oltre si nota lo stile del cinema indipendente italiano degli anni '60/'70, la nostra "epoca d'oro" del cinema

Un buon motivo per vedere questo film è che una volta iniziato si resta incollati allo schermo per due motivi:

1) ANSIA, tutte le storie ti tengono con il fiato sospeso, e proprio quando ti aspetti di vedere una cosa, un colpo (una fucilata quasi) di scena cambia ogni tua aspettativa.

2) SCENOGRAFIA, i luoghi, le inquadrature e i costumi dei personaggi ti tengono incollato allo schermo come una calamita, sono talmente belli che è impossibile distogliere lo sguardo.




Un altro motivo sono i temi affrontati, come "lo cunto de li cunti", anche i racconti del film nascondono (in bella vista) parabole sul comportamento umano.
In particolare ho notato che i protagonisti sono divorati dalla brama di possesso (che sia affettivo, materiale o sessuale) e accecati dalle loro debolezze: le loro ambizioni.

Detto questo, non vorrei anticiparvi nient'altro, quindi...
buona visione !

mercoledì 1 luglio 2015

Recensione film "Big Eyes"

Iniziamo subito con il trailer :P


Titolo: Big Eyes
Lingua originale: Inglese
Paese di produzione: Stati Uniti D'America
Anno: 2014
Regia: Tim Burtom

RECENSIONE:

Big eyes è un film di Tim Burtom. Esso racconta la più grande frode (in ambito artistico) della storia.
La pellicola narra la vera storia di Margaret Keane (interpretata da Amy Adams), pittrice degli anni '50/'60 e del secondo marito (si risposa dopo che il primo matrimonio è finito male) Walter Keane (interpretato da Christoph Waltz),




ritenuto per anni il vero autore delle opere della moglie, che rivoluzionarono l'arte americana.
Margaret dipingeva degli enigmatici bambini dagli occhi esageratamente grandi perché affermava che: "gli occhi sono lo specchio dell'anima".




Negli anni '50/'60 l'arte femminile non veniva presa minimamente in considerazione




così Margaret, per far conoscere la sua arte, fu plagiata dal marito ed acconsentì (i primi anni) ad attuare questa frode.
Casualmente, Margaret scoprì che Walter non era ciò che diceva di essere...
(non voglio spoilerare nulla xD);
così trascinò il marito in tribunale eeeee........... il resto lo lascio immaginare a voi ;)

Nella realtà, nel 1986 la donna fu autorizzata a firmare, da quel momento, i suoi quadri; ed il marito fu condannato ad un risarcimento di quattro milioni di dollari.



Breve pensiero personale:

Un film intenso ed emozionate che ti fa stare con il fiato sospeso sino alla fine.
Tim Burtom sa sempre trovare temi originali per i suoi film. Vale di certo la pena guardarlo fino alla fine.