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giovedì 30 luglio 2015

Recensione libro "Il mio paese inventato" di Isabel Allende






Data di pubblicazione: 1 gennaio 2003
Autore: Isabel Allende
Genere: Fantastico, Autobiografico, Introspettivo
Lingua originale: Spagnolo
Titolo originale: Mi país inventado




Recensione:




Il mio paese inventato è il primo dei libri autobiografici di Isabel Allende.
Nata in Perù da famiglia cilena Isabel Allende ha sempre considerato il Cile la sua patria, anche se oltre metà della sua vita è trascorsa all'estero.
 È per questo che oltre alla storia contemporanea del sudamerica sono i ricordi nostalgici a comporre questo libro autobiografico. 
Costretta a fuggire dal Cile dopo il golpe di Pinochet (rovesciamento del governo, inizio della dittatura di Augusto Pinochet) dove lo zio Salvador Allende morì vittima del colpo di Stato, Isabel Allende con i due figli ed il marito si trasferì in Venezuela.






 Con la fama letteraria poi, si trasferisce in California col marito e guarda indietro ai suoi anni cileni, alla sua amata patria con tutte le sue stranezze e fattezze. 
Il romanzo è narrato in prima persona, con stile semplice, descrittivo e come sempre un po' ironico.
 Non usa un ordine cronologico, bensì si lascia andare ai ricordi di vita, svelando anche ciò che di vero o alterato è narrato nei suoi libri.
Spiega le tradizioni cilene, ne fa confronti con il prima e il dopo, e ne racconta aneddoti personali.
 Insomma in questo romanzo l'autrice narra tutto ciò che le ricorda la sua antica patria, compreso le fantasticherie che lei stessa ha creato ed ha finito per creder vere.

Più volte, nel libro, l’Allende dice che deve al Cile il suo essere scrittrice e il suo modo di esserlo, sospeso, cioè, tra realtà e invenzione. 







Grazie al Cile, alla suggestione dei  suoi paesaggi, all’incanto dei suoi colori si era formata una donna che sarebbe divenuta una scrittrice senza rinunciare ad essere donna: nel corpo e nell’anima, nella vita e nell’arte si sente l’Allende in debito con questa terra.





Commento personale e curiosità:

Isabella Allende in questo romanzo autobiografico racconta le abitudini, il carattere, dei cileni e ci racconta anche un pezzo di storia cilena, mettendo in luce gli aspetti che hanno portato al Golpe di Pinochet. 
Spesso è criticata perché i suoi libri non seguono un filo logico,  si perde nei discorsi e spesso risulta essere ripetitiva... Nonostante questo però i suoi libri mi intrigano! 
Diciamo che leggo i suoi libri più per curiosità che per passione, però per avere una più chiara visione ci consiglio di leggere almeno uno dei suoi libri :-) 

Il libro è intitolato "il mio paese inventato" perché la scrittrice, ormai in età avanzata, racconta a memoria gli eventi, e spesso (essendo legata profondamente al Cile) 
rischia di inventarsi qualcosa che secondo lei è accaduto, ma in realtà non è così...i ricordi vivono e sopravvivono nel cuore e nei sentimenti dell'autrice.

"Da quando attraversai le Ande, 
iniziai inconsapevolmente
Ad inventarmi un paese"
(Isabel Allende)



Nel libro non mancano assolutamente citazioni tratte dalle poesie di Pablo Neruda e  Marquez.
Isabel afferma che: " per veder io mio paese con gli occhi del cuore bisogna leggere Neruda, il poeta nazionale, che ha immortalato nei suoi versi, i paesaggi superbi, i profumi e le albe, e la dignitosa povertà!"

Per concludere questa recensione... ecco per voi un piccolo verso tratto dalla poesia di Pablo Neruda :-) 


"...notte, neve e sabbia disegnano la forma
della mia patria sottile
tutto il silenzio giace nella lunga linea,
tutta la spuma dalla barba marina,
tutto il carbone la colma di misteriosi baci..."


Fede <3


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