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mercoledì 2 settembre 2015

Recensione serie TV: A passo di danza



Scheda serie TV:

 Titolo Originale: Bunheads
Emittente: ABC Family
Anno: 2012
Paese di produzione: USA
Genere: Commedia, drammatico
Ideatori: Amy Sherman-Palladino e Lamar Damon
Lingua Originale: Inglese
Durata episodio: 42 min
Serie: 1


Recensione:

La storia racconta di Michelle (Sutton Foster), una showgirl di Las Vegas, con il sogno di sfondare come attrice teatrale di musical. Dopo l'ennesima audizione andata male, decide di sposarsi con Hubbell (Alan Ruck), un uomo che la corteggia da parecchio tempo. 




I novelli sposi si trasferiscono nella piccola cittadina di Paradise dove la madre di Hubbel, Fanny Flowers (Kelly Bishop), gestisce un'accademia di danza e questa, venuta a sapere del matrimonio del figlio, organizza una festa. 

Dopo la festa però un tragico incidente coinvolge il novello sposo e così ad un solo giorno dal matrimonio, Michelle rimane vedova. Decide poi di rimanere nella piccola cittadina e finisce per insegnare con la nuova suocera nella scuola di danza.




Le altre protagoniste del telefilm sono le allieve dell'accademia di danza: la turbolenta Sasha (Julia Goldani Telles) , la dolce Boo (Kaitlyn Jenkins), l'insicura Ginny (Bailey De Young) e la sarcastica Melanie (Emma Dumont), oltre agli altri bizzarri personaggi che popolano Paradise.

Sutton Foster, che interpreta la protagonista Michelle, è in realtà una star di Broadway, non una ballerina classica. Vincitrice di due Tony ultimamente si è interessata al piccolo schermo, diversamente da Kelly Bishop (conosciuta per aver recitato in "Una mamma per amica") che da giovane ha frequentato svariati corsi di danza.

Commento:

E' raro che riesca a trovare una serie TV, un film o un libro sulla danza che mi piaccia, solitamente questo genere di storie non si incentrano su la vera vita di una ballerina, ma piuttosto su problemi come anoressia e bulimia o su fatti irreali come diventare famose solo GRAZIE AL CUORE senza un minimo di doti fisiche.




Questa serie è quasi reale. 

Iniziamo con lo sfatare il mito della ballerina anoressica. E' logico che uno sportivo non possa mangiare tutto ciò che vuole, ma è altrettanto illogico che mangi poco o niente.



Per poter diventare un danzatore professionista poi, bisogna avere delle doti fisiche ben precise che non tutti possiedono, e su questo la serie è molto realista, ma non pessimista.

Le ragazze, infatti, hanno corpi molto diversi e qualità diverse, che durante il corso della serie si conoscono e apprezzano.
In oltre le loro discussioni sono molto divertenti. Il rapporto che instaurano con Michelle è davvero particolare ed interessante.

Michelle infatti mostra alle ragazze il mondo dello spettacolo e la realtà delle audizioni, aiutandole a superare le loro paure. Fanny invece insegna alle ragazze la tecnica e la disciplina necessarie.


Purtroppo la serie è stata cancellata, ma vale la pena darle un'occhiata.




Shawy

domenica 23 agosto 2015

Recensione film: Ti va di ballare? (Take the lead)



Scheda Film:

Regia: Liz Fiendlander
Titolo Originale: Take the Lead
Paese di produzione: USA 
Emittente: New Line Cinema
Emittente ita: Eagle Pictures
Anno: 2006
Genere: Sentimentale, romantico, drammatico
Lingua originale: Inglese
Durata: 108 min.


Recensione:

Ispirato alla vera storia di Pierre Dulaine, un danzatore di Manhattan, che si è dedicato ad insegnare danza ad un eterogeneo gruppo di ragazzi di liceo che hanno avuto problemi con la giustizia. 




L'affascinante Pierre Dulaine (Antonio Banderas), famoso ballerino e insegnante di ballo da sala, decide (dopo aver assistito ad un reato) di iniziare un corso di ballo da sala per i ragazzi con più problematiche.

Gli studenti sono inizialmente molto scettici nei confronti di Dulaine, specialmente quando apprendono che l'uomo intende insegnare loro a ballare; gradualmente però, vengono contagiati dall'entusiasmo e dall'impegno di Pierre e si spingono addirittura oltre ogni aspettativa, mescolando lo stile classico di Dulaine con le più moderne tendenze hip-hop, riuscendo a creare un genere molto energizzante e particolarissimo. 




Dulaine diventa una sorta di guida per questi ragazzi che spesso non hanno avuto grandi esempi a cui ispirarsi nella loro vita, e li incoraggia a prendere parte a una prestigiosa gara da ballo di New York, per mostrare a tutti e soprattutto a se stessi quel che hanno appreso. 
Dal canto loro gli studenti impartiranno a Dulaine preziose lezioni morali in cui emergono valori importanti quali l'orgoglio, il rispetto e l'onore.




Commento:

Una delle storie più originali che io abbia mai visto. Come si suol dire, a volte la realtà supera la fantasia.
Sapere che esistono persone come Pierre Dulaine che aiutano i meno fortunati e coloro che hanno perso le speranze ti fa riguadagnare fiducia nell'umanità.

Ci sono un paio di storie su cui il film si sofferma, in particolare quella di Larhette (Yaya Dacosta) Rock (Rob Brown). Questi due ragazzi si odiano, e anche per dei buoni motivi, ma grazie a Dulaine finiranno per andare d'accordo e trovare l'ammmmore.





La storia che ho preferito è stata quella di Sasha (Jenna Dewan), che tra due ragazzi, sceglie la danza, e non dico altro.




Tra le  tante altre vicende, scelgo di parlare di Pierre Dulaine e della sua campagna "educativa" la sua galanteria e le sue maniere da galanuomo che tenta di trasmettere ai ragazzi, insieme ad un po' di buon senso e di .... rispetto relativo della legge




Pierre però, non solo insegna, ma a sua vota impara dai ragazzi, dall'hip-hop al carpe diem, fino al coraggio.



Molti di voi lo conosceranno, ma per chi non l'avesse mai sentito ecco qui il trailer ;D



Inutile parlare dell'odio che provo per la traduzioni del titolo in italiano, Take the lead letteralmente significa "prendere il comando" nel linguaggio del ballo da sala significa guidare il parthner, ma può anche avere un doppio senso sottinteso: i ragazzi infatti "prendono il comando" della propria vita.

Shawy <3


sabato 1 agosto 2015

Recensione: "Sai tenere un segreto?" di Sophie Kinsella




Scheda Libro:

Autore: Sophie Kinsella
Genere: Chick lit
Casa Editrice: Dial Press Trade Paperback
Anno di pubblicazione (UK): 2005
Casa editrice It.: Mondadori
Anno di pubblicazione It.: 2003
Titolo Originale: Can you keep a secret?


Recensione:

Sophie Kinsella è una scrittrice best-seller specializzata nel genere Chick lit.
Quest'ultimo è un genere di romanzo indirizzato prevalentemente a giovani donne single e in carriera (Chick significa ragazza in gergo statunitense, mentre "lit" è un'abbreviazione di Licterature).




L'autrice è conosciuta soprattutto per il successo mondiale "I love Shopping" da cui è stato tratto l'omonimo film.



"Sai tenere un segreto" ha come protagonista Emma Corrigan, una giovane donna la cui vita è un disastro su tutti i fronti, tranne che per una cosa: il suo fidanzato Connor.
Durante un volo in aereo Emma, spaventata dalle turbolenze, racconta tutti i suoi segreti ad un perfetto sconosciuto....che si rivelerà essere il grande capo dell'azienda in cui lavora.

Questo porterà ad un susseguirsi di eventi che cambieranno la vita della ragazza...
Strano vero? non succede mai...



Beh la particolarità di questo romanzo sta nello studio delle interazioni umane, in base a ciò che si conosce dell'altro. Il tutto visto dagli occhi di una distratta giovane donna.


Commento:

Non ho letto molti libri di Sophie Kinsella, ma ho visto il film "I love Shopping", e bisogna dire che le protagoniste sono quasi uguali.
Giovani, intelligenti ma distratte, belle ma non troppo, incasinate... e naturalmente tutto ciò che serve a risolvere i loro problemi è un uomo.



Non si può giudicare un autore da soli due lavori, può darsi che io abbia preso proprio quelli più simili.
Ma sembra quasi che miss Kinsella ci voglia dire: "non importa quanti problemi hai, un bell'uomo ricco e affascinante può risolvere tutto".
Punto 1. è estremamente maschilista
Punto 2. un uomo non è l'unica chiave della felicità
Punto 3. i soldi non risolvono tutti i problemi

Ma a quanto pare non è così per la nostra autrice, che crea dei personaggi "femministi" per poi ridicolizzarli, descrivendoli come esagerati e sciocchi.



Il libro in se non è male, la storia sarebbe molto carina se non avessi trovato questo sottotono maschilista.
In effetti lo consiglierei più ad un pubblico maschile: la scrittrice ha la capacità di farti entrare nella testa della sua protagonista, cosa che molti uomini troverebbero d'aiuto.





Shawy 

venerdì 31 luglio 2015

Recensione: Supernatural




Scheda Serie TV:

Paese di produzione: USA
Emittente: The CW network
Anno: 2005
Formato: Serie TV
Genere: Sovrannaturale
Stagioni: 10
Episodi: 218
Durata episodio: 41 min.
Lingua Originale: Inglese


Recensione:

Supernatural è una delle migliori serie TV mai ideate.
Apprezzata fin da subito sia dal pubblico che dalla critica, ha raggiunto il successo grazie all'ideatore Eric Kripke.

Kripke aveva studiato la serie per durare tre stagioni, successivamente però decise per cinque.
Infatti possiamo notare la conclusione della storia principale nella quinta stagione (con un finale azzeccatissimo).



La CW però, visti i grandi successi, decise di continuare la serie assumendo Kripke solo come produttore esecutivo e non più come show-runner.
Infatti si iniziano a notare grandi differenze nelle dinamiche tra i personaggi.




Per chi non la conoscesse, Supernatural narra la storia di Sam (Jared Padaleki) e Dean (Jensen Ackles) Winchester, due cacciatori di mostri.


"Killing monsers, hunting things..... The family buisness"

- John Winchester


Commento:

Dean Winchester.
Questo è il primo motivo per iniziare a guardare la serie.
Perché?
Beh......




Non fraintendetemi, adoro anche Sammy...




E ora dopo esserci svagate un po', passiamo alle questioni serie.
Sarebbe impossibile descrivere in una sola recensione 10 stagioni, quindi ho deciso di dividere la serie in due parti:
- dalla prima alla quinta
- dalla sesta alla decima


Dalla prima alla quinta stagione

La serie in queste cinque stagioni si trova al suo apice artistico, la trama è intrigante, i personaggi sono interessanti, le storie sono avvincenti e i protagonisti sono esilaranti.




Perché tutto questo è possibile?
Per il semplice fatto che Kripke ha strutturato la vicenda in modo che ogni episodio sia una storia a se.
E infatti le prime due stagioni sono molto più simili a una raccolta di storie che a una vera e propria vicenda unica, anche se c'è un filo conduttore che unisce tutto alla perfezione.

Ogni episodio ti lascia più o meno così:




Eh si, perché dopo storpiature e commercializzazioni questa è la prima serie TV sul sopranaturale all'altezza di "Buffy l'ammazzavampiri".




Ma dopo colpi di scena, risate, meta-letteratura (si c'è anche quella) e pianti....


Dalla sesta alla decima stagione

Qui inizia il declino.



Lo show-runner cambia, e la prima cosa che si nota è il diverso rapporto tra i due protagonisti, non più due duri che parlano raramente delle loro emozioni, perché si capiscono con uno sguardo... ma mammolette che piangono per ogni sciocchezza.



Per non parlare delle infinite apocalissi, SPOILER Leviatani, Abbadon e Metatron SPOILER non bastava l'apocalisse biblica?
E poi vogliamo parlare delle modifiche apportate per soddisfare i fan? Una cosa che avviene molto di frequente con la CW.




Ma nonostante tutto questo, non riesci a smettere di guardare la serie, perché non importa quanti errori e incoerenze trovi; quando la puntata inizia con lo schizzo di sangue sul muro, lasci perdere tutto ciò che stavi facendo e viaggi sull'Impala con Sam e Dean.



E' stata confermata l'undicesima stagione per il 7 ottobre 2015, qui potete trovare tutte le informazioni che vi servono.

Shawy


giovedì 30 luglio 2015

Recensione: The caster Chronicles, Beautiful Creatures




Scheda Libro:

Autore: Kami Garcia e Margareth Stohl
Genere: Romanzo dark fantasy
Casa editrice: Penguin Books
Anno di pubblicazione: 2009
Casa editrice italiana: Mondadori
Anno di pubblicazione in Italia: 2010


Recensione:

The Caster Chronicles è una quadrilogia fantasy composta da Beautiful Creatures (la sedicesima luna), Beautiful Darkness (la diciassettesima luna), Beautiful Chaos (la diciottesima luna) e Beautiful Redemption (la diciannovesima luna).

"La scelta giusta e la scelta facile non sono mai la stessa cosa Ethan Wate"

- Lila Evers Wate

La storia narra di Ethan Lawson Wate un normalissimo e comunissimo ragazzo che vive a Gaitlin, una normalissima e noiosissima città del Carolina.
Lila Evers, la madre del ragazzo, è morta da appena un anno e il padre è caduto in depressione, l'unica rimasta a prendersi cura di Ethan è Amma (Amarie Treadeau).

La noiosissima vita di Ethan (e del suo amico Link) cambia completamente quando a Gaitlin si trasferisce la bellissima e misteriosa Lena Duchannes (si legge Diuchein), nipote dell'inquietante Macon Ravenwood.



Ethan si trova a riscoprire Gaitlin e i suoi abitanti, da Amma, alle tre meravigliose nonnine soprannominate "the sisters", fino al postino impiccione.

Eh si perché Lena e la sua bizzarra famiglia non sono umani ma Casters (credo che in italiano sia traducibile come Maghi),

Il mondo dei Casters è molto ampio e vario ma si può dividere in due sezioni principali: Luce e Oscurità.
I primi sono riconoscibili dagli occhi verdi, mentre i secondi dagli occhi gialli.




Ma anche nel mondo dei Casters la famiglia di Lena è molto particolare (STRAAANO).
Infatti ogni membro della famiglia, nella sua sedicesima luna, viene reclamato dalla Luce o dall''Oscurità, senza possibilità di scelta.



Lena sta per compiere sedici anni ed è terrorizzata dalla possibilità di essere reclamata dall'Oscurità, visto che possiede il tipo di magia più potente (ANCORA PIU' STRAAANO) per i Caster.


Commento:

Bene, iniziamo col dire che sono di parte quando si tratta di fantasy; non importa quanto scontati, copiati dal signore degli anelli, o con protagonisti che sopravvivono solo perché sono prescelti, siano.
 Ci sarà sempre qualcosa che mi porterà a dire "che carinooo".... dopo averlo distrutto strutturalmente, naturalmente.

Beautiful Creatures però non fa parte di questa categoria.

Tanto per iniziare, per una volta hanno azzeccato il titolo tradotto in italiano, anche se, naturalmente sarebbe stato meglio mantenere l'originale.




Prima le autrici ci fanno entrare in una caratteristica e stereotipata cittadina del sud degli Stati Uniti, ancora attaccata alla guerra d'Indipendenza, con fiere e gruppi di Belle.
Il tutto guardato da punto di vista del giovane Ethan che vuole scappare al più presto, perché LUI E' DIVERSO.





Poi però entra in scena il mio personaggio preferito: la cazzutissima Amma, che ti fa venir voglia di leggere il libro, solo per vedere chi spaventerà.
Non importa chi tu sia; lei é Amarie Treadeau, e farai tutto quello che dice questa piccola grande donna.

E' difficile spiegare quanto io abbia amato questo personaggio, quanto sia stato studiato e caratterizzato minuziosamente....ma ve lo lascio scoprire nel libro




Una volta apparsa Lena tu sei lì ad aspettare la smielatissima romanticità
(che c'è, e anche in quantità stratosferica) ma poi la ragazza finisce per smontare Ethan sotto ogni aspetto.
Ethan nota infatti che lui è, in realtà, uguale a tutti gli altri abitanti di Gaitlin, e si accorge cosa significa essere diverso solo quando si affianca a Lena.



Un'altro personaggio che ti lascia più o meno così:




è Ridley, la bad-girl cugina di Lena che porta guai e danni ovunque.

Potrei stare qui a spiegarvi quanto sia caratteristico questo libro, o quanto siano meravigliose le citazioni letterarie o le particolarità dei personaggi... ma vi consiglio fortemente di correre in libreria e scoprirlo da soli. :-)


"Humans... are such beautiful creatures" 

- Macon Ravenwood





Shawy

sabato 11 luglio 2015

Recensione: "La Ragazza delle Arance" di Joestin Gaarder






Recensione:


Georg è un ragazzino di 15 anni che vive con la madre Veronika, la sorellastra di 6 mesi Miriam e il padre di quest'ultima, Jorgen.
Il Padre di Georg, Jan Olav, è morto quando il protagonista aveva appena 4 anni, e quindi non l'ha mai conosciuto davvero.
Un giorno però, mentre la madre sta sistemando la casa, ritrova una lettera in un passeggino e la consegna a Georg.





Questa lettera infatti è stata scritta dal padre mentre si trovava in ospedale prima di morire, ed è pensata per Georg.
All'interno della lettera, Jan Olav racconta la storia di come ha conosciuto una misteriosa ragazza che portava con se un sacco di carta pieno d'arance.




In questo racconto Georg si rispecchia nei pensieri del padre, il quale, oltre alla storia della ragazza delle arance, racconta al figlio le sue riflessioni sulla vita.

Da molti critici questo libro è stato definito infatti "un'inno alla vita", poiché, appunto, porta a riflettere sull'importanza e la preziosità della vita.

Notizie sull'autore:

Jostein Gaarder è uno scrittore (esatto, Jostein è un nome da uomo) Norvegese che si è formato come insegnante.
Nato in una famiglia molto aperta si è sempre interessato di filosofia, politica, religione e (in particolare) morte.




Detto così sembra quasi macabro, ma in realtà lo scrittore è un amante della vita.
Accortosi che i suoi libri riscuotevano successo, Gaarder lasciò il lavoro di insegnante per dedicarsi unicamente a quello di autore.
Uno dei suoi libri più famosi è "Il mondo di Sofia".


Commento:

Il libro ha la capacità di catturarti in modo travolgente, ma a volte il ritmo lento (perfettamente coerente con la storia) mi ha stancata un pochino.





Le idee innovative e le riflessioni profonde sono meravigliose, ed è bello che quest'autore abbia scelto di mostrare che anche gli adolescenti sono in grado di strutturare pensieri e riflessioni sull'esistenza, l'amore e la morte.

"Cosa avresti scelto se ne avessi avuta l'occasione? Avresti scelto di vivere per un breve momento sulla terra, per poi, dopo pochi anni, venire strappato da tutto quanto e non tornare mai più?
 O avresti rifiutato?
Hai solo queste due alternative. Perché queste sono le regole.
 Se scegli di vivere, scegli anche di morire."

- Jan Olav

Molti critici hanno affermato che è impossibile che un ragazzino riesca a capire delle riflessioni così "adulte". Io sono in disaccordo con queste affermazioni, poiché io stessa ho letto il libro per la prima volta a quindici anni.



Un Meraviglioso libro introspettivo che consiglio a chiunque voglia rivalutare l'esistenza dell'essere umano, o passare un pomeriggio...interessante.




"Sognare qualcosa di improbabile ha un nome.
 Si chiama Speranza"

- Jan Olav

lunedì 6 luglio 2015

Recensione film "Fury"


Titolo originale: Fury
Lingua originale: inglese
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 2014
Durata: 134 min
Genere: guerra-drammatico
Regia: David Aye

Recensione:

Aprile 1945: gli Alleati stanno avanzando in profondità nella Germania nazista. Tra i numerosi veterani ci sono anche il sergente dell'esercito americano Don Collier, da tutti chiamato "Wardaddy" (Brad Pitt), il cannoniere Boyd, profondamente cristiano e soprannominato "Bibbia", il pilota messicano Trini "Gordo" Garcia e il rude caricatore Grady "Coon-Ass" Travis, con i quali ha condiviso oltre tre anni di servizio e duri combattimenti.

Wardaddy guida un’unità di cinque soldati in una missione mortale dietro le linee nemiche a bordo di un carro armato Sherman (chiamato, appunto, "Fury").
Quando morì in una battaglia un membro del suo equipaggio al sergente e ai suoi uomini viene perciò assegnata la giovane recluta Norman Ellison, un ragazzo arruolato solo da otto settimane;
non è mai stato in un carro armato, non ha ricevuto addestramento specifico e non ha mai ucciso un uomo.







Al primo incontro con Collier e gli altri carristi, Norman è trattato come un pivellino ed è costretto a pulire l'interno del carro armato.Quando iniziano ad addentrarsi in Germania sono sorpresi da dei ragazzini armati, che distruggono un carro. Norman li aveva visti, ma era troppo spaventato per avvertire qualcuno. Il sergente, infuriato, riprende aspramente il giovane dicendogli che ogni tedesco è un nemico che non può essere risparmiato.

Nel tentativo di educare il ragazzo alla cruda realtà della guerra, Collier inizia dunque a prendersi cura di lui come se fosse suo figlio, sebbene con metodi decisamente alternativi: dopo aver demolito alcune postazioni anticarro tedesche nel corso dell'avanzata, Collier dà a Norman il proprio revolver per uccidere l'unico prigioniero fatto;
 il ragazzo si rifiuta ripetutamente ma il sergente, dopo averlo placcato, gli forza l'arma in mano e gli fa premere il grilletto, lasciandolo sconvolto.

Il giorno successivo Norman uccide con la mitragliatrice alcuni serventi tedeschi.
Il legame tra lui e Collier si fa più forte.








Per il combattimento dell'ultima battaglia gli alleati sono in inferiorità numerica, disarmati e con una recluta giovane e inesperta nel plotone. Wardaddy e i suoi uomini dovranno ricorrere a tutto il proprio coraggio e alla propria arguzia per sopravvivere agli orrori della guerra. 




" GLI IDEALI SONO PACIFICI, LA GUERRA E' VIOLENTA!"
-Don Collier (sergente)



 Negli ultimi momenti di calma, Collier stappa una bottiglia di whisky e brinda insieme ai suoi soldati.
Quando la colonna di SS è ormai dinanzi il carro, l'equipaggio apre il fuoco con tutte le armi di bordo e coglie di sorpresa i tedeschi, infliggendo loro gravi perdite; ma le armi iniziano a scarseggiare e i carristi cadono uno dopo l'altro:
Grady rimane ucciso quando una granata penetra la torretta e lo trancia; Garcia viene colpito quando sta per lanciare una bomba a mano che ricade nel carro e, per evitare che lo scoppio uccida anche Norman accanto a lui, gli fa da scudo con il proprio corpo; Boyd è raggiunto da un proiettile alla testa mentre è intento a passare munizioni a Collier. 
Mentre Norman cerca altre cartucce per il suo mitra, il sergente viene gravemente ferito da un tiratore scelto e ricade nella torretta e muore poco dopo per lo scoppio di una granata.


Norman, l'unico salvo esce dalla botola d'emergenza nel pavimento del carro armato e si nasconde nella buca provocata dalla mina anticarro sotto al carro armato. 
 Mentre le SS riprendono la loro marcia, viene individuato da un giovane soldato tedesco che tuttavia, pur vedendolo, prova compassione per lui e fa finta di nulla, proseguendo in silenzio.

Il mattino seguente ,sentendo però dei passi sullo scafo metallico, afferra il revolver di Collier pronto a combattere: fortunatamente erano della squadra alleata. 
Mentre Norman s'allontana, il ragazzo rivolge un ultimo sguardo al veicolo, circondato da cataste di corpi.


Considerazioni personali:

Don Collier è un leader dal cuore nobile. Nella sua testa quando combatte c'è un unico pensiero: la patria, e l'amore per essa; ma di tanto in tanto, quando c'è un momento di pausa, i suoi pensieri cambiano.
 Pensa alla famiglia che ha lasciato, pensa a tutte le persone che ha ucciso e di tutti quei soldati alleati che hanno perso la vita, ed infine pensa al giovane Norman.
Quel ragazzo gli ricorda molto se stesso da giovane, e così cerca di prendersene cura, cercando di abituarlo agli orrori della guerra.
Pensando a tutto ciò inevitabilmente piange, ma non lo fa davanti a tutti...lo fa quando si trova da solo, quando nessuno può vederlo, DA VERO LEADER!


"NESSUN EQUIPAGGIO E UNITO COME IL NOSTRO...ED E TUTTO MERITO SUO!!!"
-Boyd (Bibbia)






E' un film molto commovente e realistico.
Descrive perfettamente tutti gli orrori della guerra: la perdita brutale di persone care, diventi un assassino, la crescita dei sensi di colpa, la paura di morire da un momento all'altro e di fare la stessa fine dei tuoi compagni deceduti.
 Tutti questi sentimenti ti offuscano la mente, e questo film mette in risalto, (nella maniera più opportuna) proprio tutto questo.

Se vi piacciono i film realistici dove non si fanno scrupoli di mettere qualche scena sanguinolenta, bè questo è indubbiamente il film per voi!!