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sabato 12 settembre 2015

Recensione film: " Scontro tra titani"


 
 
 
 
Titolo originale: Clash of the Titans
Lingua originale: Inglese
Paese di produzione: Stati Uniti D'America
Anno: 2010
Durata: 106 min
Genere: Epico, Fantasy, Avventura, Azione
Regia:Louis Leterrier
 
 
 
Recensione:


Scontro tra titani  è un film del 2010 diretto da Louis Leterrier, ispirato al mito greco dell'eroe Perseo ( un eroe della mitologia greca, figlio del re degli Dei Zeus e di Danae. Perseo viene ricordato soprattutto per l'uccisione della Gorgone Medusa, per aver salvato Andromeda, poi sua sposa, da un mostro marino e per essere stato re di Tirinto, dopo aver rinunciato al trono di Argo a favore di Megapente,
e di Micene, città che fondò lui stesso).
Nato da una delle molte scappatelle di Zeus con una mortale e cresciuto da un'umile famiglia di pescatori, Perseo è un vero eroe proletario che sogna di sovvertire l'ordine naturale delle cose andando a combattere gli dei stessi.
 
 
 
 
 
 
Siccome non è l'unico mortale a pensarla così, il padre degli dei, aizzato dal fratello Ade che intanto mira a fargli le scarpe, decide di ricordare agli umani il suo potere liberando la più grande delle piaghe prese in prestito dalla mitologia nordica: il Kraken.
 
 
 
 
                                      « Libera il Kraken! »
                                              
                                 (Zeus ad Ade)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
L'unico modo per evitare che la creatura degli abissi distrugga la città di Argo è sacrificare Andromeda, figlia del re, che la stessa madre ha definito "Più bella di Afrodite".
Quando si dice "cercarsela".
 
 
 
 
Perseo però non ci sta e unitosi ai valorosi guerrieri di Argo vuole trovare un modo di sconfiggere il mostro.
Dopo un susseguirsi di lotte con scorpioni e animali terrificanti...giungono nel covo di Morgana, dove, dopo numerose perdite di uomini, Perseo taglia la testa a quest'ultima conquistando la vittoria.
 
 
 
 
 
 
 
Intanto sull'Olimpo Ade, potenziato con la paura degli uomini, riesce a spodestare Zeus, per iniziare a portare l'inferno sulla terra e invocare il Kraken,
che inizia a distruggere Argo ma si ferma allorché Andromeda viene legata per essere offerta in sacrificio al mostro.
 
 
 
 
 
 
 
 Perseo, dopo un rocambolesco scontro aereo contro le Arpie di Ade,
SPOILER riesce a pietrificare il Kraken con lo sguardo di Medusa:
 il mostro marino si tramuta in pietra per poi frantumarsi in mille pezzi, e nel caos generale Perseo si sbarazza della testa della Medusa.
Ade infuriato attacca Perseo, ma questo gli trafigge il cuore con la spada ferendolo mortalmente.
 
 
 
 
 
 
 
Indebolito, Ade sprofonda negli inferi.
L'Olimpo e gli dèi sono così salvi.
SPOILER Zeus si reca dal figlio per offrigli un posto sull'Olimpo, ma l'eroe rifiuta preferendo rimanere sulla terra e vivere come un uomo, ma adorato come un dio.
Infine Zeus gli dona un ultimo regalo: SPOILER il ritorno alla vita della sua amata Io, così che possano vivere insieme.
 
 
 
 
Commento e curiosità:
 

Dopo 29 anni Scontro tra titani torna al cinema con il medesimo disprezzo per la mitologia greca, i medesimi semplicismi, la medesima truffa nel titolo (ma dove sono i Titani?).
Tra scorpioni che emergono dalla sabbia al rallentatore come fossero Transformers, una Medusa che ricorda quella della serie di God Of War e una visione dell'Olimpo che sembra arrivare dal Superman di Richard Donner, il nuovo film incautamente affidato a Louis Leterrier crolla totalmente quando si tratta di creare immagini originali.
Al massimo della presunzione questo nuovo Scontro tra titani, nato vecchio e (cosa ancora peggiore) pompato con un 3D posticcio utile solo a spillare un po' più di soldi.
 
Ecco solo per voi...il trailer del film :)
 
 
 
 
 
 
 
Differenze con il film originale:
 
 
 
 
  • La dea Teti viene sostituita da Ade come nemico principale.
  • Nel primo film il sacrificio di Andromeda doveva compiersi durante il giorno più lungo dell'anno, mentre nel secondo durante l'eclissi.
  • Gli scorpioni giganti compaiono verso la fine del film originale e sono nati dal sangue sgorgato di Medusa. Qui invece appaiono come i primi mostri e nascono dal sangue di Calibos.
  • Pegaso nel film originale era bianco, qui nero.
  • La città che deve salvare Perseo è Argo, che nel film originale viene distrutta all'inizio, mentre prima era Giaffa (la qual cosa aveva anche senso, essendo Perseo principe di Argo).





  •  
    Differenze con la mitologia greca:


    • Principale differenza di fondo è che nel film gli dei dipendono dagli uomini in quanto a potere, in quanto senza le preghiere e la fede di essi perdono la loro immortalità, mentre nella mitologia gli Dei erano completamente indipendenti dagli umani.
    • Nella mitologia, Ade non è mai stato descritto come cattivo ma solo come freddo e distaccato, solitario e che per questo sceglie di passare poco tempo sull'Olimpo con gli altri dei. Nel film, inoltre, il dominio dell'Oltretomba rappresenta per lui una prigione mentre nella mitologia non viene mai detto che è insoddisfatto del suo ruolo o che abbia provato a spodestare il fratello.
    • Nei miti greci, Zeus si dimostra, invece, avverso agli uomini tanto che quando Prometeo (e non Zeus, come viene detto nel film) li creò, il Re dell'Olimpo voleva distruggerli.
    • Perseo, nel film, è avverso agli dei e accetta malvolentieri ogni loro aiuto, nella mitologia fu protetto fin da giovane dalla dea Atena che lo guiderà nelle sue avventure e gli consegnerà le armi che gli permetteranno di sconfiggere Medusa e Cetus. Nel film, a guidare Perseo in maniera simile è Io mentre a donargli la spada è Zeus.
    • Il Kraken è un mostro leggendario appartenente alla mitologia norrena, non ha nulla a che fare con quella greca.



    Fede <3

    sabato 29 agosto 2015

    Novità: I miti più conosciuti nel mondo

    I miti africani:




    Il colore della luna:

    Un tempo, il sole e la luna, moglie e marito, vivevano insieme d'amore e d'accordo.
    Accadde però un giorno che il sole, tornando a casa dal solito giro intorno al mondo, non trovasse la cena pronta.
    La luna si era lasciata vincere dalla pigrizia e aveva sonnecchiato tutto il giorno.
    "Va almeno a prendere l'acqua" le ordinò di malumore il marito.
    Niente. La Luna ciondolava di qua e di là, e non si muoveva.
    Brontolando, il Sole riempì un paiolo d'acqua e, acceso il fuoco, si dispose a cuocere la polenta.
    La Luna stava a guardare.
    A cottura ultimata, il Sole rovesciò sul tagliere il fumante cibo e si dispose a cenare.
    Non si era ancora seduto che la Luna si precipitò sulla polenta e se ne tagliò un'enorme fetta.
    A quella vita, il Sole perdette quel poco di pazienza che ancora gli era rimasto;
    "Ah, Infame pigraccia, Per mangiare sei lesta, ma quanto a sfacchinare in cucina, è toccato a me". E afferrato il tagliere, con la polenta sopra, lo scagliò alla Luna che, dolorante e vergognosa corse a nascondersi.
    Da allora Sole e Luna non si sono più riappacificati, non sono più usciti insieme per le vie del cielo e la Luna attende per mostrarsi che il marito si sia ritirato.
    Così noi la vediamo sola, nel cielo, ancora tutta gialla di polenta.




    I miti delle Americhe:






    L'uomo di mais:


    All'inizio dei tempi, gli dei Gucumatz e Huracàn crearono il mondo.
    Poi, con la forza della loro parola creatrice lo riempirono di uccelli, pesci e mammiferi, nella speranza che queste creature cantassero le loro lodi.
    Ma gli animali emettevano solo suoni sgraziati e schiamazzi senza senso.
    Allora gli dei inorriditi dissero: " Creeremo altri esseri, che siano ubbidienti. Voi accettate il vostro destino: le vostre carni verranno sminuzzate"
     (si spiega così anche l'origine della caccia).
    Gli dei tentarono di dar vita agli uomini, perchè li venerassero con la preghiera e i sacrifici.
    Dapprima tentarono di plasmare un uomo con il fango e l'argilla, ma ne nacquero solo esseri molli e informi, con la testa ciondolante e privi di forze.
    Allora li sciolsero nelle acque del mare e chiesero consiglio al dio antenato Lxpiyacoc e alla sua sposa Lxmucanè, che dissero loro "Provate con il legno: sicuramente è più resistente e adatto al vostro scopo!".
    I fantocci di legno apparvero subito più solidi di quelli di fango, ma erano privi di intelligenza e di grazia, tanto che il dio Huracàn, in un impeto di rabbia, scatenò una tempesta che li distrusse tutti.
    Alla fine gli dei trovarono dei chicchi di mais gialli, bianchi, neri e rossi.
    Imucanè li ridusse in farina, vi aggiunse l'acqua e con la pasta modellò i primi uomini: quattro maschi e quattro femmine.
    Subito essi cominciarono a lodare gli dei, che dapprima sorrisero soddisfatti.
    Ma le nuove creature erano troppo intelligenti e curiose, tanto che sembravano vedere e capire più degli dei stessi.
    Allora Huracàn fece scendere su di loro una nuvola densa, che gli impedì loro di vedere troppo lontano.
    Così gli uomini dovettero affidarsi alle divinità per ottenere la conoscenza e comprendere i misteri della vita.



    Nonna ragno ruba il sole:


    In principio c'era soltanto oscurità, e nessuno riusciva a vedere qualcosa.
    Gli uomini continuavano a urtarsi l'un l'altro e a brancolare alla cieca.
    Essi dissero: "Ciò che occorre a questo mondo è la luce!"
    La volpe disse che conosceva certa gente dall'altro lato del mondo che aveva una grande quantità di luce, ma che era troppo avida per dividerla con gli altri.
    L'Opossum disse che sarebbe stato felice di rubarne un pò.
    "Io ho una coda folta" disse.
    Quindi si avviò verso l'altro lato del mondo.
    Là trovò il sole, prese un pochino di luce e la stivò nella sua coda. 
    Ma la luce era calda e bruciò tutta la pelliccia.
    La gente scoprì il suo furto e si riprese la luce, e per sempre, da allora, la coda dell'Opossum fu pelata.
    "Lasciatemi tentare", disse la Poiana.
    "io conosco qualcosa di meglio che nascondere un po di luce rubata nella coda. 
    La metterò sulla testa!".
    Volò dall'altro lato del mondo e tuffandosi dritta sul sole, afferrò un suo raggio. 
    Se lo mise sulla testa, ma quello le bruciò le piume.
    La gente le acchiappò il sole e per sempre da quel momento la testa della Poiana rimase pelata.
    Allora Nonna ragno disse:"Lasciatemi tentare!".
    Con la creta fece innanzitutto una pentola ben spessa.
    Poi filò una ragnatela sino a raggiungere per tutto il tragitto l'altro capo del mondo.
    Era così piccola che nessun individuo tra quella gente notò il suo arrivo.
    Veloce Nonna Ragno portò agli uomini il sole e il fuoco e insegnò anche al nostro popolo l'arte di costruire le ceramiche.



    I miti Nordici:




    Dalla voragine immane nasce il mondo:


    All'inizio dei tempi non c'era nulla: non sabbia, non mare, né fresche onde; non esisteva la terra e neppure la volta del cielo e l'erba non crescva in nessun luogo.
    C'era soltanto il Ginnugagap, la voragine immane degli abissi.
    A nord e a sud della voragine nacquero due mondi opposti: a settentrione nacque Niflheimr, che era la dimora del freddo, del buio e del giaccio, con al centro un pozzo gelido, da cui hanno origine molti fiumi impetuosi, detti Elivagar.
    Ma dalla parte opposta, a meridione, nacque un altro mondo detto Muspell: è una regione lucente, asciutta e torrida, custodita da un gigante con una spada fiammeggiante.
    Si narra che gli Elivagar, scorrendo lontano dalla loro sorgete, inondarono il Gunnigagap con le loro acque velenose, che si indurirono in superficie formando una scorza di ghiaccio.
    Su questo ghiaccio cadde una pioggerella che si congelò stratificandosi in brina.
    Così il baratro degli abissi era a nord avvolto nell'oscurità, bagnato dalla pioggia e battuto dai venti gelidi di Niflheimr; a sud invece era caldo e illuminato dalle scintille di Muspell.
    Avvenne poi che la brina gelida si incontrò col vento caldo; essa si sciolse e cominciò a gocciolare, e da quelle gocce ebbe origine la vita.
    Il primo essere fu il gigante Ymir.
    Di lui si dice che mentre dormiva strillò sudore e per questo gli crebbero, sotto una mano, un uomo e una donna.
    Ymir era nutrito da una mucca, Audumla, nata come lui dalle gocce di brina: dalle sue mammelle scorrevano quattro fiumi di latte. 
    Per sfamarsi, Audumla leccò le pietre, ne uscirono i capelli di un uomo, il secondo giorno la testa, e il terzo tutta la persona.
    Costui fu il primo uomo sulla terra e si chiamò Buri, il generante.



    I miti Greci:




    Orfeo ed Euridice: Amore e Morte


    Il poeta Orfeo aveva da poco sposato la bella ninfa Euridice, di cui era molto innamorato.
    Ma un brutto giorno la sua sposa, mentre vagava per i prati, venne morsa al tallone da un serpente e morì.
    Orfeo la pianse a lungo sulla terra.
    Poi, disperato, osò discendere fino al regno dei morti per cercarla.
    Avanzando tra i fantasmi, si presentò a Persefone e a suo marito, signore del triste regno dei defunti.
    Facendo vibrare le corde della lira, così prese a dire cantando: " O dei del mondo che sta sottoterra, dove tutti veniamo a ricadere, la ragione del mio viaggio è mia moglie, a cui una vipera ha troncato la vita.
    Avrei voluto poter sopportare questo dolore, ma Amore ha vinto!
    Egli è un dio ben noto lassù, sulla terra, e anche voi certo avete sperimentato la sua potenza.
    Per questi luoghi paurosi, per i silenzi di questo immenso regno dell'abisso, vi prego, ritessete il filo prematuramente spezzato della vita di Euridice!
    Tutti quanti vi apparteniamo di diritto e dopo un breve soggiorno sopra, presto o tardi ci affrettiamo verso questa sede, che è la stessa per tutti.
    Anche la mia amata sarà vostra un giorno: vi prego solo di darmela in prestito. 
    Ma se il destino mi nega questa grazia, piuttosto prendete anche me!".
    Piangevano le anime esagui mentre Orfeo diceva queste cose e accompagnava le parole con il suono della lira.
    Persefone non ebbe cuore di opporre un rifiuto a quella preghiera; e chiamò Euridice.
    Era essa tra le ombre nuove, e venne avanti con passo lento, per la ferita.
    Orfeo la prese per mano, e insieme ricevettero l'ordine di non volgere indietro lo sguardo finché non fossero usciti Dall'oltretomba.
    Altrimenti la grazia sarebbe stata vana.
    Si avviarono attraverso muti silenzi per un sentiero in salita, ripido, buoi, immerso in una fitta e fosca nebbia.
    E ormai non erano lontani dalla superficie, quando, nel timore che le i scomparisse di nuovo, e desideroso di rivederla, Orfeo pieno d'amore si voltò.
    E subito Euridice scivolò indietro, e tendendo le braccia, cercò invano di aggrapparsi a lui e di essere riafferrata: il povero Orfeo strinse solo l'aria sfuggente.
    E già di nuovo morendo Euridice non rimproverò il marito
    (e di che cosa poteva lamentarsi, se non di essere amata!) 
    e gli disse per l'ultima volta addio, un addio che a stento giunse alle sue orecchie.
    E rifluì di nuovo nell'abisso.




    Deucalione e Pirra:



    Dall'alto dell'Olimpo Zeus osserva gli uomini che diventano ogni giorno più violenti e più crudeli; quando gli sembra raggiunto il limite di ogni empietà, chiama a raccolta gli dei e solennemente comunica il suo piano: disperdere per sempre la stirpe degli uomini.
    e già sta per scagliare un fulmine dopo l'altro per incendiare la terra quando viene assalito da un dubbio. se le fiamme arrivano fino al cielo e lo incendiano?
    Meglio non scherzare col fuoco e affidare all'acqua il compito della distruzione.
    Posato il fulmine, Zeus scatena i venti e raduna le nubi piovose.
    Poseidone, il dio del mare, lo aiuta, ordinando ai fiumi di allagare le pianure, strappare gli alberi, trascinare nei flutti uomini e animali.
    Poco dopo la terra è irriconoscibile.
    Le case sono travolte dalle acque, i campi sono sommersi, i pesci guizzano tra i rami degli alberi.
    Gli uccelli non sanno più dove posarsi e cadono in acqua, travolti insieme ai lupi e alle bestie di ogni tipo.
    Quei pochi che, con un'imbarcazione, erano riusciti a salvarsi dalle acque, muoiono per mancanza di cibo.
    Solo una piccola barca porta due esseri ancora vivi: Deucalione e Pirra.
    La loro barca approda sulla cima del monte Parnaso, l'unico che le acque non hanno del tutto sommerso.
    Quando Zeus li vede, conoscendo la loro bontà e devozione, vuole salvarli e ordina alle acque di ritirarsi.
    Quando le acque si ritirarono, i due vedono un mondo vuoto e silenzioso.
    Spaventati, corrono ad un tempio vicino pregando gli dei di non lasciarli soli sulla terra.
    Come risposta sentono una voce che dice: "Gettate dietro di voi le ossa della vostra grande madre".
    Pirra non capisce bene, ma Deucalione la rassicura: la madre comune di tutti è la terra e le sue ossa sono le pietre.
    Allora, pur dubitando, i due cominciano a camminare e , raccolte delle pietre, le lanciano dietro di sè.
    appena toccata la terra, le pietre diventano più grandi, poi prendono una forma  umana, si animano e diventano esseri viventi.
    Le pietre gettate da Pirra diventano altrettante donne.
    Così il mondo ripopola di una stirpe nuova, dura e pronta a tutte le fatiche.



    Fede<3