Recensione:
Marcovaldo (ovvero le stagioni in città) è una raccolta di venti novelle scritte da Italo Calvino.
La prima edizione fu pubblicata nel novembre del 1963 in una collana di libri per ragazzi dell'editore Einaudi.
Il sottotitolo Le stagioni in città si rifà alla struttura dei racconti, associati ognuno ad una delle quattro stagioni dell'anno.
Protagonista di tutti i racconti è appunto Marcovaldo, un manovale con problemi economici a cui non piace la città, ma adora la campagna e la natura e si accorge di ogni suo piccolo cambiamento.
I racconti sono ambientati in una grande città imprecisata.
Calvino non precisa il nome di questa città (anche se si pensa fosse Torino) perché questa città è simbolo di ogni città, con cemento, ciminiere, fumo, grattacieli e traffico, e Marcovaldo ne è il Cittadino per antonomasia.
Anche la ditta Sbav, presso cui Marcovaldo lavora, è la Ditta per eccellenza, simbolo di tutte le ditte, e proprio per questo non si sa né cosa vi si produca, né il contenuto degli imballaggi che il protagonista sposta e trasporta tutto il giorno.
Le avventure che si susseguono mostrano come la società delle città moderne possa arrivare ad influenzare le persone ed il loro rapporto con la natura.
Come detto in precedenza il libro è composto da venti novelle, ogni novella è dedicata ad una stagione; il ciclo delle quattro stagioni si ripete dunque nel libro per cinque volte.
Andiamo ad analizzare i più importanti, il resto lo lascio scoprire a voi :)
Funghi in città=Marcovaldo scopre dei funghi cresciuti in città. Dopo quella scoperta crede di poter ritrovare un angolo di natura anche in città, un angolo solo a lui noto, e quando è finalmente arrivato il momento di raccogliere i funghi, scopre che altre persone sono arrivate prima di lui. L'episodio si conclude con una corsa in ospedale, i funghi erano velenosi.
La villeggiatura in panchina=Marcovaldo si sente soffocare in casa sua, dove dormono tutti in una sola camera. Nota la panchina nel giardinetto pubblico sotto casa e questa lo fa sognare: si immagina quanto sarà fresco e riposante dormirci tutto da solo. Una notte caldissima prende il suo guanciale e ci va. Dopo numerose avventure per riuscire ad accaparrarsi la panchina...ci sono i rumori, i profumi, le puzze inconsuete che impediscono più di una volta a Marcovaldo di trovare il sonno tanto desiderato. Il mattino si sveglia tutto dolorante e si reca a lavoro.
Il piccione comunale=Marcovaldo, alla fame, cerca di catturare delle beccacce sparpagliando della carta moschicida sul terrazzo del condominio. Catturerà solo un povero piccione comunale, venendo poi scoperto dall'amministratrice.
La pietanziera=Per la pausa di mezzogiorno, Marcovaldo si porta il cibo da casa in una pietanziera. A lui viene sempre l'acquolina in bocca ogni volta che svita il coperchio della pietanziera, ma resta sempre deluso perché la moglie Domitilla gli prepara la pietanziera con gli avanzi della sera. Sufo dalle solite salsicce, baratta il suo cibo con quello di un bambino: fritto di cervello. Però ad un certo punto arriva la governante che protesta, perciò Marcovaldo deve restituire il fritto di cervello al bambino, raccogliere la pietanziera gettata via dalla governante e ritornare al lavoro.
Il bosco sull'autostrada=Una sera d'inverno molto fredda, viene a mancare la legna per la stufa. Marcovaldo decide di uscire in cerca di legna ma, trovandosi in città, ne trova molto poca. Al suo ritorno a casa trova il caminetto funzionante: i figli, usciti anch'essi per cercare legna, hanno trovato dei cartelli pubblicitari, e li hanno scambiati per alberi dato che, nati in città, non hanno mai visto un vero bosco.
Allora, seguendo le indicazioni dei bambini per il "bosco", Marcovaldo comincia a tagliare con la sega il cartellone ma viene sorpreso dall'agente Astolfo.
Considerazioni personali:
Marcovaldo è un libro molto interessante all'interno del quale, Calvino ci fa notare che: il luogo dove si vive (che sia la città o la campagna) ci influenza molto;
e la prova tangibile sono le novelle dove Marcovaldo è il protagonista indiscusso.
Marcovaldo adora la natura e odia la città in cui vive. Caratterialmente è ingenuo, sensibile, inventivo, interessato al suo ambiente e un po' buffo e malinconico. Calvino commenta la particolarità di questo personaggio con questa splendida frase:
"L'amore per la natura di Marcovaldo è quello che può nascere solo in un uomo di città: per questo non possiamo sapere nulla d'una sua provenienza extracittadina;
questo estraneo alla città è il cittadino per eccellenza."
(-Calvino)
Il linguaggio che Calvino usa, è un linguaggio molto semplice, facilmente comprensibile. La struttura delle novelle le rende simili l'una dall'altra, anche se poi ognuna ha la sua particolarità.
Questo libro è adatto principalmente a ragazzi che frequentano le medie, anche come lettura estiva; ma anche a chi, come Marcovaldo, ama la natura e vuole difenderla dallo sfruttamento dei cittadini poco intelligenti.
Bellissimo ed interessante.
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